I nipotini di padre Bresciani. Stracittà e strapaese

Quaderno 6 (VIII)
§ (27)

Confrontare nell’«Italia Letteraria» del 16 novembre 1930 la lettera aperta di Massimo Bontempelli a G.B. Angioletti con la postilla di quest’ultimo (Il Novecentismo è vivo o morto?). La lettera è stata scritta dal Bontempelli subito dopo la sua nomina ad Accademico e sprizza da ogni parola la soddisfazione dell’autore di poter dire d’aver «fatto mordere la polvere» ai suoi nemici, Malaparte e la banda dell’«Italiano». Questa polemica di Strapaese contro Stracittà, secondo il Bontempelli, era mossa da sentimenti oscuri e ignobili, cosa che si può accettare, a chi tenga conto dell’arrivismo dimostrato dal Malaparte in tutto il periodo dopo la guerra: era una lotta di un gruppetto di letterati «ortodosso» che si vedevano colpiti dalla «concorrenza sleale» dei letterati già scrittori del «Mondo», come il Bontempelli, l’Alvaro, ecc., e vollero dare un contenuto di tendenza ideologico-artistico-culturale alla loro resistenza ecc. Meschinità da una parte e dall’altra. La postilla dell’Angioletti è ancora più meschina della lettera del Bontempelli.

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