1891

Antonio Gramsci in una delle poche fotografie disponibili
22 gennaio. Nasce ad Ales (Cagliari) da Francesco e Giuseppina Marcias, quarto di sette figli (Gennaro, Grazietta, Emma, Antonio, Mario, Teresina, Carlo). Il padre, figlio di un colonnello della gendarmeria borbonica, era nato a Gaeta nel 1860 e proveniva da famiglia di origine albanese, trasferitasi nel Regno delle Due Sicilie dopo la rivoluzione greca del 1821. Compiuti gli studi liceali, trova impiego all’Ufficio del Registro di Ghilarza (1881). Nel 1883 sposa Giuseppina Marcias, e qualche tempo dopo si trasferisce ad Ales. La madre, nata a Ghilarza ne 1861, era sarda da parte paterna e materna, e imparentata con famiglie benestanti del luogo.
1894-1896
Insieme con le sorelle Emma, Grazietta e Teresina è inviato all’asilo delle suore di Sòrgono (presso Nuoro), dove la famiglia Gramsci si era trasferita da Ales. Il bambino è delicato di salute; a questo periodo – verso l’età di quattro anni -risale la caduta dalle braccia di una donna di servizio che sarà poi messa in rapporto con la malformità fisica di Gramsci.
1897-1898
Il padre è sospeso dall’impiego, e poi arrestato e condannato, per una irregolarità amministrativa. La madre coi sette figli va ad abitare a Ghilarza. Antonio («Nino») frequenta le scuole elementari.
1903-1905
Conseguita nell’estate 1902 la licenza elementare, è costretto, per le difficili condizioni economiche della famiglia, a lavorare per due anni nell’ufficio del catasto di Ghilarza. Studia privatamente.
1905-1908
Grazie all’aiuto della madre e delle sorelle, riprende gli studi e frequenta le ultime tre classi ginnasiali a Santu Lussurgiu, a circa 15 chilometri da Ghilarza. Durante il periodo scolastico vive a Santu Lussurgiu nella casa di una contadina. Nei primi anni manifesta spiccate tendenze per la matematica e le scienze. Attorno al 1905 comincia a leggere la stampa socialista, tra cui l’«Avanti!». che il fratello maggiore Gennaro gli invia da Torino dove si trovava per il servizio di leva.
1908-1911
Ottenuta la licenza ginnasiale a Oristano, si iscrive al liceo Dèttori di Cagilari. Vive col fratello Gennaro, contabile in una fabbrica di ghiaccio, cassiere della locale Camera del Lavoro e poi segretario della sezione socialista. Frequenta il movimento socialista e partecipa attivamente negli ambienti giovanili alle discussioni sui problemi economici e sociali dell’isola. Si manifesta in lui un sentimento profondo di ribellione verso i ricchi, tinto di orgoglio regionalistico. Nel 1910 pubblica nel quotidiano di Cagliari «L’Unione sarda», diretto da Raffa Garzìa, il suo primo articolo. E’ corrispondente del giornale da Aidomaggiore, piccolo centro vicino a Ghilarza, nella zona del Tirso. Legge la rivista «Il Viandante» di Tomaso Monicelli, segue gli articoli di Salvemini, Croce, Prezzolini, Cecchi ecc. A questi anni si possono far risalire anche le prime letture di Marx, «per curiosità intellettuale». Durante le vacanze, per contribuire alle spese scolastiche, fa lavori di contabilità e dà lezioni private.
1911
Estate. Consegue la licenza liceale. Per iscriversi all’Università decide di concorrere a una delle borse di studio di 70 lire mensili, per dieci mesi all’anno, offerte dal Collegio Carlo Alberto di Torino agli studenti disagiati delle vecchie province del Regno di Sardegna. Trascorre alcune settimane a Oristano presso lo zio Serafino come ripetitore del nipote Delio. Verso la fine dell’estate parte per Torino, con una breve sosta a Pisa, ospite degli zii, Delogu, cugini della madre.
Ottobre. Dà il concorso, al quale partecipano anche Palmiro Togliatti, Augusto Rostagni, Lionello Vincenti, e ottiene la borsa di studio.
Novembre. Si iscrive alla facoltà di lettere. Abita dapprima sul Lungo Dora (corso Firenze), per un breve periodo in via San Massimo, insieme con Angelo Tasca, compagno di studi e dirigente del movimento giovanile socialista, poi, presso la vedova Berra, in una cameretta all’ultimo piano di piazza Carlina 8, nelle vicinanze dell’Università.
1912
Nei primi mesi di vita studentesca vive isolato, in gravi difficoltà materiali e sofferente d’un esaurimento nervoso. I suoi interessi si rivolgono particolarmente agli studi di glottologia, ai quali è avviato da Matteo Bartoli con alcune ricerche sul dialetto sardo. Frequenta anche il corso di letteratura italiana di Umberto Cosmo. A una esercitazione del professor Pacchioni sulla legge romana delle XII tavole rinnova la conoscenza di Togliatti: ha inizio così la loro amicizia. Qualche tempo dopo, svolgono insieme una ricerca sulla struttura sociale della Sardegna.
Trascorre le vacanze estive presso la famiglia a Ghilarza. Nella sessione autunnale supera i seguenti esami: 4 novembre: geografia (30), 12 novembre: glottologia (30 e lode), grammatica greca e latina (27).
1913
Si applica a una intensa vita di studio, frequentando nell’anno accademico 1912-13 numerosi corsi delle facoltà di lettere e legge, tenuti da Arturo Farinelli, Pietro Toesca, Luigi Einaudi, Francesco Ruffini ecc. Per le precarie condizioni di salute non riesce, però, a preparare nessun esame.
Ottobre. Da Ghilarza Gramsci invia la propria adesione al «Gruppo di azione e propaganda antiprotezionista» promosso in Sardegna da Attilio Deffenu e Nicolò Fancello. L’adesione appare ne «La Voce» di Prezzolini del 9 ottobre. Assiste in Sardegna alla battaglia elettorale in vista delle prime elezioni a suffragio universale (26 ottobre – 2 novembre), e rimane colpito dalle trasformazioni prodotte in quell’ambiente dalla partecipazione delle masse contadine alla vita politica. Ne scrive all’amico Tasca. Nei mesi seguenti ha i primi contatti col movimento socialista torinese, in particolare coi giovani del «Fascio centrale», secondo la testimonianza dello stesso Tasca. A quest’epoca risale, probabilmente, anche l’iscrizione di Gramsci alla sezione socialista di Torino.
1914
Nella primavera supera i seguenti esami: 28 marzo: filosofia morale (25), 2 aprile: storia moderna (27), 18 aprile: letteratura greca (24). Legge assiduamente «La Voce» di Prezzolini e «l’Unità» di Salvemini e, con alcuni amici, progetta di fondare una rivista di vita socialista. Appoggia l’iniziativa di offrire a Gaetano Salvemini la candidatura al IV Collegio (Borgo San Paolo) di Torino. Gramsci è al fianco dei gruppi avanzati di operai e studenti (socialisti, libertari, ecc.) che formano a Torino la frazione di sinistra rivoluzionaria e prendono parte attiva alla grande manifestazione operaia del 9 giugno, durante la «settimana rossa».
Ottobre. Interviene nel dibattito sulla posizione del PSI di fronte alla guerra con l’articolo (firmato) Neutralità attiva e operante («Il Grido del popolo». 31 ottobre), in polemica con Tasca favorevole alla «neutralità assoluta». L’11 novembre supera l’esame di letterature neolatine (27). In dicembre il professor Bartoli riferisce alla presidenza della Fondazione albertina che «il giovane va periodicamente soggetto a crisi nervose che gli impediscono di attendere con la dovuta alacrità agli studi».
1915
Nell’inverno 1914-15 segue il corso di filosofia teoretica di Annibale Pastore, che gli dà anche alcune lezioni private. Il 12 aprile si presenta all’esame di letteratura italiana. Sarà il suo ultimo esame. Da quel momento abbandona l’Università ma, almeno fino al ’18, pare non rinunci al proposito di laurearsi in glottologia.
Autunno. Riprende la collaborazione a «Il Grido del popolo», diretto da Giuseppe Bianchi, con una serie di note e articoli di argomento sociale e letterario. Il 10 dicembre entra a far parte della redazione torinese dell’«Avanti!».
1916
Si impegna in un’intensa attività giornalistica come cronista teatrale, estensore di note di costume e polemista nella rubrica «Sotto la Mole» dell’«Avanti!». Tra i suoi bersagli sono la retorica nazionalista e interventista e il malcostume intellettuale e sociale. Tiene delle conferenze nei circoli operai torinesi su Romain Rolland, la Comune di Parigi, la Rivoluzione francese, Marx, Andrea Costa ecc.
1917
Febbraio- Gramsci, allora – come ricorderà più tardi – «tendenzialmente piuttosto crociano», cura la redazione di un numero unico della Federazione giovanile socialista piemontese, «La città futura» (11 febbraio), dove pubblica gli articoli: Tre principi, tre ordini, Indifferenti, La disciplina, Margini e scritti di Croce, Salvemini e Armando Carlini.
Aprile e luglio. In alcuni articoli e note ne «Il Grido del popolo» esalta la figura di Lenin e sottolinea le finalità socialiste della Rivoluzione russa.
Agosto. Collabora ai preparativi della sezione socialista per la visita a Torino di un gruppo di delegati russi dei Soviet. La visita si conclude il 13 agosto con una grande manifestazione operaia a favore della Rivoluzione russa e di Lenin.
Settembre. Dopo la sommossa operaia del 23-26 agosto e l’arresto di quasi tutti gli esponenti socialisti torinesi, Gramsci diventa segretario della sezione di Torino e assume, di fatto, la direzione de «Il Grido del popolo», cui dedica «buona parte del suo tempo e della spesso convulsa sua attività», fino all’ottobre 1918.
20 ottobre. Pubblica un numero de «Il Grido del popolo» interamente dedicato al problema della libertà doganale, con articoli di Togliatti, U.G. Mondolfo, U. Cosmo, B. Buozzi.
18 e 19 novembre. Come rappresentante dell’esecutivo provvisorio della sezione torinese e direttore de «Il Grido del popolo». partecipa a Firenze alla riunione clandestina della «frazione intransigente rivoluzionaria» costituitasi nel mese di agosto. Sono presenti tra gli altri C. Lazzari, G.M. Serrati, N. Bombacci, A. Bordiga ecc. Gramsci condivide il parere di Bordiga sulla necessità di un intervento attivo del proletariato nella crisi della guerra.
1918
Accusato di «volontarismo», polemizza con Caludio Treves nell’articolo La critica critica, «Il Grido del popolo» (12 gennaio).
In aprile, maggio, giugno il nome di Gramsci figura frequentemente nei rapporti di prefettura accento a quelli dei dirigenti della sezione socialista torinese, legata alla frazione intransigente rivoluzionaria. Commemora la nascita di Marx ne «Il Grido del Popolo» con l’articolo Il nostro Marx (4 maggio), ristampato da «L’Avanguardia» (26 maggio).
22 giugno. Pubblica ne «Il Grido del popolo» l’articolo Per conoscere la rivoluzione russa.
Luglio. Testimonia in favore di Maria Giudice – ex direttrice de «Il Grido del popolo» – nel processo per i «fatti di Torino» dell’agosto 1917.
19 ottobre. Con un commiato di Gramsci, cessa le pubblicazioni «Il Grido del Popolo» per far posto all’edizione torinese dell’«Avanti!».
5 dicembre. Esce il primo numero dell’edizione torinese dell’«Avanti!». Redattore-capo Ottavio Pastore, redattori Gramsci, Togliatti, Alfonso Leonetti, Leo Galetto. La tiratura del giornale da 16 mila copie raggiunge in pochi mesi le 50 mila.
1919
Febbraio. Pubblica nel quindicinale di Piero Gobetti «Energie nove» (nn. 7-8) l’articolo Stato e sovranità, in polemica con lo scritto di Balbino Giuliano, Perché sono un uomo d’ordine.
Aprile. Svolge tra i contadini-soldati della Brigata Sassari, inviata a Torino con compiti di pubblica sicurezza, un’efficace propaganda socialista. Gramsci, tasca, Umberto Terracini e Togliatti decidono di dar vita alla rivista «L’Ordine Nuovo. Rassegna settimanale di cultura socialista». Gramsci è segretario di redazione. Lo sforzo finanziario (600 lire) è sostenuto da Tasca. Della redazione fa parte, in un primo tempo, anche un comunista libertario, l’ingegnere Piero Mosso («Carlo Petri»). Il lavoro amministrativo è affidato a Pia Carena.
1° maggio. Esce il primo numero dell’«Ordine Nuovo» (a sinistra, nella testata, il motto: «Istruitevi perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi perché avremo bisogno di tutta la nostra forza»). Da una media di 3000 lettori e 300 abbonati nel 1919, la rivista sale l’anno seguente a una tiratura di quasi 5000 copie e di 1100 abbonati, pur restando diffusa soprattutto a Torino e in Piemonte. Nel mese di maggio Gramsci è eletto nella Commissione esecutiva della sezione socialista torinese, diretta dall’astensionista G. Boero.
Giugno. Con l’articolo Democrazia operaia («L’Ordine Nuovo», 21 giugno) Gramsci imposta il problema delle commissioni interne di fabbrica come «centri di vita proletaria» e futuri «organi del potere proletario». Traduce sistematicamente dalla stampa operaia internazionale (russa, francese, inglese ecc.) documenti e testimonianze sulla vita di fabbrica e sui consigli operai. Pubblica testi di Lenin, Zinov’ev, Bela Kun ecc. Al tempo stesso la rivista fa conoscere le voci più vive della rivoluzione nel campo della cultura: Barbusse, Lunacharskij, Romain Rolland, Eastman, Martinet, Gor’kij.
Luglio. Gramsci è arrestato e inviato per qualche giorno alle Carceri Nuove di Torino, durante lo sciopero politico di solidarietà con le Repubbliche comuniste di Russia e di Ungheria. Il 26 luglio «L’Ordine Nuovo» pubblica, riprendendolo da «Il Soviet», Il programma della frazione comunista, il primo documento ufficiale della frazione comunista astensionista del PSI, ispirata da Bordiga.
13 settembre. «L’Ordine Nuovo» pubblica il manifesto Ai commissari di reparto delle officine Fiat-Centro e Brevetti. Nella discussione precongressuale in vista del congresso del PSI a Bologna (5-8 ottobre), il gruppo de «L’Ordine Nuovo» si schiera a favore della mozione «massimalista elezionista» di Serrati, che ottiene la maggioranza dei voti. Il congresso di Bologna delibera l’adesione all’Internazionale comunista.
Ottobre. Gramsci si incontra a Torino con Sylvia Pankhurst, della quale «L’Ordine Nuovo» pubblica una serie di Lettere dall’Inghilterra, tradotte da Togliatti.
1° novembre. Con un o.d.g. presentato da M. Garino e G. Boero, l’assemblea della sezione torinese della Fiom approva il principio della costituzione dei consigli di fabbrica attraverso l’elezione dei commissari di reparto. L’8 novembre «L’Ordine Nuovo» pubblica Il programma dei commissari di reparto.
6 dicembre. L’assemblea della sezione socialista torinese continua la discussione sui consigli e approva i criteri ai quali si ispirano, nominando un comitato di studio diretto da Togliatti.
15-17 dicembre. Il congresso straordinario della Camera del Lavoro di Torino approva un o.d.g. favorevole ai consigli si fabbrica. Il problema dei consigli è vivacemente dibattuto dalle varie correnti socialiste. Intervengono nella discussione «Il Soviet» di Bordiga, «Comunismo» di Settati, «Battaglie sindacali» delal CGL, l’«Avanti!» ecc- Sorel, che segue il movimento, giudica «il piccolo foglio di Torino, “L’Ordine Nuovo”, ben più interessante della “Critica sociale”».
1920
Gennaio-febbraio. Gramsci pubblica nell’«L’Ordine Nuovo» (24-31 gennaio) il Programma d’azione della sezione socialista torinese, nella cui commissione esecutiva viene rieletto, insieme con Togliatti. Prende parte all’attività della «scuola di cultura» promossa nel novembre 1919 dalla rivista, con alcune lezioni sulla Rivoluzione russa. Interviene all’assemblea della associazione «Giovane Sardegna», svolgendovi una controrelazione polemica. Qualche tempo dopo costituisce a Torino, con Pietro Ciuffo («Cip») e altri, il circolo socialista sardo.
27 marzo. «L’Ordine Nuovo» pubblica il manifesto Per il congresso dei Consigli di fabbrica. Agli operai e contadini di tutta Italia, a firma: la commissione esecutiva della sezione socialista di Torino, il comitato di studio dei Consigli di fabbrica, «L’Ordine Nuovo», il gruppo libertario torinese.
28 marzo. Prendendo pretesto dal cosiddetto «sciopero delle lancette», gli industriali torinesi proclamano la serrata degli stabilimenti metallurgici e pongono come condizione per la ripresa del lavoro la rinuncia per le commissioni interne al metodo delle elezioni attraverso i commissari di reparto.
13 aprile. E’ proclamato lo sciopero generale cui aderiscono oltre 200 mila lavoratori torinesi, ma il movimento non si estende su scala nazionale.
24 aprile. Lo sciopero generale si esaurisce con la sostanziale vittoria degli industriali. La regolamentazione della disciplina interna di fabbrica viene riassunta dalle direzioni degli stabilimenti. Lo sciopero d’aprile, appoggiato da Gramsci e dal gruppo de «L’Ordine Nuovo», è sconfessato dalla CGL e dalla direzione del partito socialista.
8 maggio. «L’Ordine Nuovo» pubblica la mozione Per un rinnovamento del Partito socialista, elaborata da Gramsci nei primi giorni della lotta dei metallurgici e presentata al Consiglio nazionale del PSI (Milano, 18-22 aprile) dai rappresentanti della sezione socialista di Torino.
8-9 maggio. Partecipa a Firenze, come osservatore, alla conferenza della frazione comunista astensionista di Bordiga, che in questi mesi va rafforzando la propria organizzazione su scala nazionale. Pur mantenendo stretti rapporti con la frazione, Gramsci giudica che il partito comunista non possa costituirsi sulla base del semplice astensionismo. Parla all’Università popolare su invito di un gruppo di operai e studenti fiorentini.
23-28 maggio. Assiste al congresso della Camera del Lavoro di Torino che approva la relazione Tasca sui Consigli di fabbrica.
Giugno-luglio. SI sviluppa l’aperto scontro di Gramsci con Tasca sul problema della funzione e dell’autonomia dei Consigli di fabbrica. Gramsci e «L’Ordine Nuovo» appoggiano l’iniziativa per la costituzione a Torino dei «gruppi comunisti di fabbrica», base del futuro partito comunista (Gramsci, I gruppi comunisti, in «L’Ordine Nuovo», 17 luglio). Invia al comitato esecutivo dell’Internazionale comunista un rapporto su Il movimento torinese dei Consigli di fabbrica, che sarà pubblicato nell’edizione russa, tedesca e francese dell’«Internazionale comunista».
Il secondo congresso dell’Internazionale comunista (19 luglio – 7 agosto) fissa le condizioni per l’ammissione dei partiti (i cosiddetti «21 punti»). Il congresso invita il PSI a liberarsi dei riformisti e si pronuncia in favore della «utilizzazione degli istituti borghesi di governo in vista della loro distruzione». Bordiga espone la posizione del gruppo dell’«L’Ordine Nuovo», non rappresentato al congresso. Lenin, nonostante i dissensi della delegazione italiana, definisce la mozione di Gramsci, Per un rinnovamento del Partito socialista, «pienamente rispondente ai principi della III Internaizonale».
Agosto. Gramsci si stacca da Togliatti e Terracini e rifiuta di entrare nella frazione comunista elezionista della sezione socialista di Torino, raccogliendo attorno a sé un piccolo gruppo di «Educazione comunista», tendenzialmente vicino agli astensionisti bordighiani. Pubblica l’articolo Il programma dell’Ordine nuovo («L’Ordine Nuovo», 14 e 28 agosto).
Settembre. Partecipa al movimento dell’occupazione delle fabbriche. Si reca anche a Milano in alcuni stabilimenti. In una serie di articoli nell’edizione torinese dell’«Avanti!» mette in guardia gli operai dall’illusione che l’occupazione pura e semplice delle fabbriche risolva di per sé il problema del potere, e sottolinea la necessità di creare una difesa militare operaia.
Ottobre. Favorisce la fusione dei diversi gruppi (astensionista, comunista elezionista e di «Educazione comunista») della sezione socialista di Torino. Pubblica nell’«L’Ordine Nuovo» due articoli su Il partito comunista (4 settembre e 9 ottobre). Nella prima quindicina di ottobre partecipa a Milano alla riunione dei diversi gruppi concordi nel sostenere l’accettazione dei «21 punti» dell’Internazionale comunista (astensionisti, gruppo dell’«L’Ordine Nuovo», elementi di sinistra del PSI). Viene elaborato un «Manifesto-programma» della frazione comunista firmato da N. Bombacci, A. Bordiga, B. Fortichiari, Gramsci, F. Misiano, L. Polano, L. Repossi, U. Terracini, che «L’Ordine Nuovo» pubblica il 30 ottobre.
28-29- novembre. Partecipa al convegno di Imola, dove si costituisce ufficialmente la frazione comunista del PSI (cosiddetta «frazione di Imola»).
Dicembre. Si incontra con Henri Barbusse, che tiene il 5 dicembre, alla Casa del Popolo di Torino, una conferenza sul movimento di «Clarté». Muore a Ghilarza al sorella Emma (malattia perniciosa). Gramsci visita la famiglia.
24 dicembre. Esce l’ultimo numero dell’«L’Ordine Nuovo» settimanale. Un’antologia di scritti di Gramsci per «L’Ordine Nuovo», compilata da Piero Gobetti l’anno seguente, non vedrà mai la luce. L’edizione torinese dell’«Avanti!» assume la testata dell’«L’Ordine Nuovo» e la direzione del nuovo quotidiano – organo dei comunisti torinesi – è affidata a Gramsci.
1921
1° gennaio. Esce a Torino il primo numero de”«L’Ordine Nuovo» quotidiano (nella prima pagina il motto di Lassalle: «Dire la verità è rivoluzionario). Nella redazione: Togliatti, Leonetti, O. Pastore, Mario Montagnana, Giovanni Amoretti ecc. Gramsci affida la critica teatrale e una collaborazione letteraria a Piero Gobetti. Al giornale collabora anche Umberto Calosso («Sarmati»).
14 Gennaio: Con Zino Zini e altri compagni fonda l’Istituto di cultura proletaria, sezione del Prolet’kult di Mosca. Ne è segretario Giovanni Casale, un amministratore dell’«L’Ordine Nuovo».
15-21 gennaio. Partecipa a Livorno al XVII Congresso del PSI. Per la mozioni di Imola («comunista pura») prendono la parola Terracini, Bordiga, Bombacci e i rappresentanti dell’Internazionale comunista Kabakchev e Rakosi. La mozione ottiene 58.783 voti. La mozione di Firenze («comunista unitaria», rappresentata da Serrati) ottiene la maggioranza dei voti (98.28); quella di Reggio Emilia (riformista) 14.695 voti. I delegati della frazione comunista deliberano il 21 gennaio la costituzione del «Partito comunista d’Italia, Sezione della Terza Internazionale». Gramsci fa parte del Comitato centrale. Il Comitato esecutivo è costituto da Bordiga, Fortichiari, E. Grieco, L. Repossi e Terracini.
28 gennaio. Sulla scissione di Livorno Gramsci scrive nell’«L’Ordine Nuovo» l’articolo Caporetto e Vittorio Veneto. Nella polemica giornalistica di questi mesi attacca da un lato i «mandarini» del sindacato e i riformisti, dall’altro il centrismo massimalista del PSI. In una serie di articoli dà l’avvio a una analisi del contenuto di classe del movimento fascista.
27 febbraio. Conosce Giuseppe Prezzolini e assiste a una sua conferenza alla Casa del Popolo di Torino su «Intellettuali e operai».
20 marzo. Savona. Partecipa e prende la parola al primo congresso della Federazione regionale ligure del PCd’I.
8 maggio. Pubblica l’articolo Uomini di carne e ossa, alla fine di un lungo, sfortunato sciopero degli operai della Fiat. In occasione delle elezioni politiche del 15 maggio è portato per la prima volta candidato del PCd’I per la provincia di Torino, ma non viene eletto. Primavera. Si reca a Gardone in compagnia di un legionario fiumano, Mario Giordano, per un incontro con D’Annunzio. Secondo la testimonianza di Nino Daniele, fiduciario di D’Annunzio in Piemonte, non risulta che l’incontro abbia avuto luogo.
Ottobre. Alla vigilia del XVIII congresso del PSI pubblica l’articolo Il congresso socialista («L’Ordine Nuovo», 9 ottobre). La corrente massimalista /Serrati) riconferma al congresso la propria adesione all’Internazionale comunista.
Dicembre. L’esecutivo dell’Internazionale comunista pubblica una serie di 25 tesi sul «fronte unico operaio», che sviluppano la direttiva data dal terzo congresso dell’Internazionale comunista per «la conquista della maggioranza del proletariato».
18, 19, 20 dicembre. Gramsci partecipa a Roma alla riunione allargata del comitato centrale del partito e, insieme con Bordiga, Graziadei, Sanna, Tasca, e Terracini, riferisce sulle tesi riguardanti la questione agraria, la questione sindacale e la tattica da presentare al secondo congresso del PCd’I. Il 31 dicembre «L’Ordine Nuovo» pubblica l’appello dell’esecutivo dell’Internazionale comunista per il «fronte unico».
1922
16 febbraio. Svolge una relazione all’assemblea della sezione comunista di Torino sui principî e l’indirizzo tattico del partito.
20-24 marzo. Partecipa a ROma al secondo congresso del PCd’I che approva a grande maggioranza (31.089 voti favorevoli, 4.151 contrari) le cosiddette «tesi di Roma», in implicita polemica con la tattica del «fronte unico». Gramsci giudica che la tattica del «fronte unico» sia attuabile sul terreno sindacale, escludendo le alleanze politiche. Elabora con Tasca le tesi sulla questione sindacale, non discusse. Interviene nella discussione sull’Alleanza del lavoro. Al congresso emerge una minoranza (Tasca, Graziadei, Vota ecc.) – che sarà poi definita di destra – sulle posizioni dell’Internazionale comunista. Gramsci è designato a rappresentare il partito a Mosca nel comitato esecutivo dell’Internazionale comunista.
27-29 marzo. Roma. Partecipa e prende la parola al Congresso della federazione giovanile comunista.
Aprile. Al principio di aprile tiene alla sezione comunista di Torino una relazione sul congresso di Roma. Pubblica nella «Correspondance internationale» l’articolo L’Italie et la conférence de Gênes (12 aprile). E’ a Genova durante la conferenza indetta dalle grandi potenze per la ripresa delle relazioni politiche ed economiche con l’Unione Sovietica. Piero Gobetti pubblica nella «Rivoluzione liberale» (2 aprile) un saggio su Gramsci e il movimento comunista torinese.
26 maggio. In difficili condizioni di salute parte per Mosca, insieme con A. Graziadei e Bordiga.
Giugno. Arriva a Mosca attraverso la frontiera lettone. Partecipa alla seconda conferenza dell’esecutivo allargato dell’Internazionale comunista (7-11 giugno). Entra a far parte dell’esecutivo dell’Internazionale comunista. Dopo la conferenza viene ricoverato per alcuni mesi nella casa di cura «Serebrjanyj bor», presso Mosca, dove in settembre conosce Julija («Giulia») Schucht.
Settembre. Stende, su invito di Trockij, una nota sul futurismo italiano. Trockij la pubblica in appendice a Literatura i revoljucija» (1923).
1-4 ottobre. Il XIX congresso del PSI decide l’espulsione della corrente riformista e rinnova la sua adesione all’Internazionale comunista.
28 ottobre. «Marcia su Roma»: i fascisti prendono il potere. Comincia un periodo di illegalità di fatto del PCd’I. Nel partito, ricorderà Trockij nel 1932, nessuno, «eccettuato Gramsci», ammetteva la possibilità di una dittatura fascista.
Novembre-dicembre. Gramsci partecipa al IV Congresso dell’Internazionale comunista (5 novembre-5 dicembre), che si occupa della «questione italiana» e, in particolare, della fusione tra il PCd’I e il PSI, caldeggiata da Zinov’ev. La commissione di fusione è composta, per i comunisti, da Gramsci (in sostituzione di Bordiga), Scoccimarro e Tasca e, per i socialisti, da Settati, Tonetti e Maffi. Il progetto di fusione, avversato dalla maggioranza del PCd’I e accettato per disciplina verso l’Internazionale comunista, non ha però seguito anche per l’arresto in Italia di Serrati e per l’azione svolta nel PSI dalla corrente diretta da Nenni. Gramsci pubblica nella «Correspondance internationale» (20 novembre) un articolo su Les origines du cabinet Mussolini.
Dicembre. Durante la strage di Torino il fratello di Gramsci, Gennaro, amministratore dell’«Ordine Nuovo», è aggredito e ferito dai fascisti.
1923
Febbraio. Mentre Gramsci si trova a Mosca, in Italia la polizia arresta parte del comitato esecutivo del PCs’I (Boridga, Grieco ecc.) e numerosi dirigenti locali. Anche contro Gramsci viene spiccato un mandato d’arresto. Terracini provvede alla ripresa dell’organizzazione.
Marzo. In seguito agli arresti del mese precedente il comitato esecutivo del PCd’I procede a una riorganizzazione degli organi dirigenti, chiamando a far parte del comitato centrale Scoccimarro, Tasca, Graziadei e Camilla Ravera. Entrano nel comitato esecutivo Scoccimarro e Togliatti.
Aprile-maggio. Dal carcere Bordiga trasmette alla direzione un «appello ai compagni del PCd’I», in cui si critica l’azione svolta dal comitato esecutivo dell’Internazionale comunista in particolare per quanto riguarda i rapporti col PSI. L’appello, accettato in un primo tempo, pur con qualche perplessità, da Togliatti, Terracini, Scoccimarro ecc., è avversato nei mesi seguenti da Gramsci che rifiuta di firmarlo. Terracini si trasferisce a Mosca e il lavoro di direzione del partito è assunto in Italia da Togliatti.
12-23 giugno. Insieme con Scoccimarro, Tasca, Terracini e Vota, Gramsci partecipa ai lavori della terza conferenza dell’esecutivo allargato dell’Internazionale comunista e pronuncia un discorso in seno alla commissione per la «questione italiana». L’esecutivo allargato procede d’autorità alla designazione di un nuovo comitato esecutivo del PCd’I, con la partecipazione di rappresentanti della minoranza (destra). Ne fanno parte: Togliatti, Scoccimarro, Tasca, Vota, Fortichiari (sostituito poco dopo da Gennari). Terracini prende a Mosca il posto di Gramsci, designato a Vienna.
Agosto. Bordiga e Grieco si dimettono dal comitato centrale del PCd’I.
12 settembre. In una lettera al comitato esecutivo del partito Gramsci comunica la decisione dell’esecutivo dell’Internazionale comunista di pubblicare un nuovo quotidiano operaio con la collaborazione del gruppo dei «terzinternazionalisti». Propone il titolo «l’Unità». Nella lettera Gramsci enuncia per la prima volta il tema dell’alleanza tra gli strati più poveri della classe operaia del Nord e le masse contadine del Sud.
21 settembre. A Milano la polizia arresta i membri del nuovo comitato esecutivo del PCd’I. Denunciato per complotto contro la sicurezza dello Stato, sono prosciolti in istruttoria e liberati dopo tre mesi di carcere.
18-26 ottobre. Il processo contro Bordiga, Grieco, Fortichiari e gli altri dirigenti comunisti finisce con una assoluzione generale.
Novembre. Partecipa alla Conferenza balcanica. Viene deciso il trasferimento di Gramsci a Vienna, con il compito di mantenere i collegamenti tra il partito italiano e gli altri partiti comunisti europei.
3 dicembre. Gramsci giunge a Vienna. Alloggia dapprima nella casa di Josef Frei, segretario generale del partito comunista austriaco, poi presso una pensionante (Floriangasse 5). Vive con lui il compagno Caro Codevilla. Riceve, tra l’altro, le visite dei compagni Bruno Fortichiari e Pietro Tresso. Ha un fitto carteggio con Terracini, Togliatti, Leonetti, Scoccimarro e Tresso. Tra la fine del 1923 e il principio del ’24 riprende la collaborazione, sotto lo pseudonimo di G. Masci, a «La Correspondance internationale» con alcuni articoli sulla situazione interna italiana e sul fascismo.
1924
Gennaio. Progetta di fondare una rivista trimestrale di studi marxisti e di cultura politica, dal titolo «Critica proletaria». Progetta altresì una nuova serie dell’«Ordine Nuovo». Chiede la collaborazione di Piero Sraffa e di Zino Zini, al quale propone anche la traduzione di un’antologia di Marx e di Engels sul materialismo storico.
Febbraio. Conosce Victor Serge e si incontra più volte con lui. In una lettera a Togliatti e Terracini espone per la prima volta diffusamente la sua concezione del partito nel quadro nazionale e internazionale e annuncia il proposito di lavorare per la creazione di un nuovo gruppo dirigente comunista sulle posizioni dell’Internazionale comunista. Riconferma il suo rifiuto a firmare l’appello di Bordiga.
12 febbraio. Esce a Milano il primo numero dell’«Unità. Quotidiano degli operai e dei contadini» e, dal 12 agosto, con l’entrata dei «terzinternazionalisti» nel partito, «Organo del PCd’I». Nella redazione: O. Pastore, A. Leonetti, G. Amoretti, F. Platone, M- Montagnana, F. Buffoni, G. Li Causi, L. Répaci (critico letterario e teatrale) ecc. Tra i caricaturisti, «Red» (P. Ciuffo) e «Giandante». Con la fusione tra «terzini» e comunisti la direzione è assunta da Alfonso Leonetti. La tiratura oscilla da un massimo di 60-70 mila copie nel periodo della crisi Matteotti a un minimo di 20-30 mila copie. Nel numero del 22 febbraio appare l’articolo Il problema di Milano in cui Gramsci imposta il «problema nazionale» della conquista del proletariato socialdemocratico milanese.
1 marzo. Preparato in gran parte da Gramsci, esce a Roma il primo numero del quindicinale «L’Ordine Nuovo. Rassegna di politica e di cultura operaia», III serie. Nella manchette si legge: «L’Ordine nuovo si propone di suscitare nelle masse degli operai e contadini un’avanguardia rivoluzionaria, capace di creare lo Stato dei consigli degli operai e contadini e di fondare le condizioni per l’avvento e la stabilità della società comunista». L’editoriale di Gramsci, «Capo», è dedicato alla commemorazione di Lenin. Nel secondo numero (15 marzo) pubblica l’articolo Contro il pessimismo. Nella «Correspondance internationale» (12 marzo) appare un suo articolo su Le Vatican.
6 aprile. E’ eletto deputato nella circoscrizione del Veneto con 1.856 voti di preferenza su 32.383.
12 maggio. Rientra in Italia dopo due anni di assenza. Nella seconda metà di maggio partecipa alla I conferenza nazionale del partito che si tiene clandestinamente nei pressi di Como, presenti rappresentanti del comitato centrale e delle federazioni provinciali. La relazione politica è svolta da Togliatti. Gramsci critica la linea politica di Bordiga, ma la grande maggioranza dei quadri del partito rimane sulle posizioni della sinistra bordighiana. Gramsci entra nel comitato esecutivo del partito.
Giugno. Si trasferisce a Roma, in via Vesalio, presso la famiglia Passarge, che lo considera «un professore serio serio».Togliatti sostituisce Gramsci come delegato a Mosca al quinto congresso dell’Internazionale comunista.
10 giugno. Delitto Matteotti. Gramsci partecipa alle riunioni delle opposizioni parlamentari («Comitato dei sedici»: propone un appello alle masse e lo sciopero generale politico. Nelle settimane seguenti conduce una campagna contro la passività e il legalitarismo dell’Aventino e a favore dell’unità di tutte le forze operaie. Dirige da Roma i servizi politici dell’«Unità» e la Sezione agitazione e propaganda (SAP).
A Mosca il quinto congresso (17 giugno-8 luglio) comincia la campagna che ha per fine la «bolscevizzazione» delle «sezioni» aderenti all’Internazionale comunista, e conferma la tattica del fronte unico e la parola d’ordine del «governo operaio e contadino», elaborata nelle precedenti assemblee. Togliatti, con Bordiga, viene eletto nell’esecutivo dell’Internazionale comunista.
Luglio. Nella prima quindicina di luglio Gramsci interviene al comitato centrale sulla politica del PCd’I e delle opposizioni antifasciste di fronte alla crisi del fascismo.
Agosto. La frazione dei «terzinternazionalisti» si scioglie e confluisce nel PCd’I. Entrano nel comitato centrale, tra gli altri, G.M. Serrati, F. Maffi, A. Marabini. Gramsci, segretario generale del partito, il 13-14 agosto svolge una relazione al comitato centrale su I compiti del Partito comunista di fronte alla crisi della società capitalistica italiana pubblicata nell’«Ordine Nuovo» col titolo La crisi italiana (1 settembre). Partecipa a riunioni di partito a Torino e Milano. A Mosca Giulia dà alla luce un bambino: Delio.
Settembre. Avvia la trasformazione della struttura organizzativa del partito sulla base delle «cellule». Partecipa alla riunione clandestina del comitato esecutivo alla Capanna Mura, sopra Asso (Como). È presente al congresso provinciale di Napoli dove svolge la relazione a nome del comitato centrale in polemica con Bordiga.
Ottobre. È presente a diversi congressi provinciali che devono pronunciarsi sul nuovo orientamento del partito. Il 19-22 ottobre, a Roma, a una riunione del comitato centrale, svolge una relazione sulla situazione politica italiana in vista della ripresa dei lavori parlamentari.
20 ottobre. Il gruppo parlamentare comunista propone alle Opposizioni la costituzione del Parlamento delle Opposizioni (Antiparlamento). La proposta è respinta dal Comitato aventiniano. Verso la fine di ottobre si reca in Sardegna. Il 26 tiene un convegno di alcune sezioni del partito a Punta Is Arenas, presso Cagliari. Ha contatti con il Partito sardo d’Azione. Trascorre alcuni giorni dai suoi a Ghilarza.-
12 novembre. Alla riapertura della Camera il deputato comunista Luigi Repossi si presenta, solo, in aula e legge una dichiarazione antifascista. Alla seduta del 26 tutto il gruppo comunista rientra in aula.
Dicembre. Gramsci si trasferisce per alcune settimane a Milano. Alloggia, come in occasione di altri soggiorni milanesi, in via Napo Torriani 7, sede della Società Editrice Unità Milano, presso il compagni Aladino Bibolotti.
1925
Gennaio. Nei primi giorni del gennaio partecipa alla riunione clandestina del comitato esecutivo che si svolge alla Capanna Mara.
Febbraio. Collabora alla creazione di una scuola di partito per corrispondenza, ed è incaricato della redazione delle dispense. Conosce a Roma Tatjana («Tania») Schucht, sorella di Giulia.
Marzo-aprile. Si reca a Mosca per partecipare ai lavori della V sessione dell’esecutivo allargato dell’Internazionale comunista (21 marzo – 6 aprile). Interviene sul lavoro di agitazione e propaganda svolto dal PCd’I alla Conferenza della Sezione d’Agitazione e di Propaganda dell’esecutivo dell’Internazionale comunista. L’Internazionale dei contadini trasmette, verso la fine dell’anno, al congresso di Macomer del Parito sardo d’Azione, un manifesto, redatto da R. Grieco ma ispirato da Gramsci, sull’alleanza fra la classe operaia e i contadini e pastori sardi.
Aprile-maggio. Escono le due dispense della scuola di partito.
16 maggio. Pronuncia alla Camera dei deputati un discorso contro il disegno di legge sulle associazioni segrete, presentato da Mussolini e da Alfredo Rocco. – Nella seconda quindicina di maggio, in una relazione al comitato centrale, imposta il problema della «bolscevizzazione» del partito e apre il dibattito preparatorio in vista del terzo congresso nazionale.
Giugno. Con una lettera in data 1° giugno all’«Unità» O. Damen, L. Repossi, B. Fortichiari annunciano la costituzione di un comitato d’intesa, all’interno del partito, fra gli elementi di intesa. Il comitato è diretto da Bordiga.
7 giugno. Apre sull’«Unità» la polemica contro il comitato d’intesa.
1° luglio. Gramsci tiene una relazione al comitato centrale riunitosi alla Capanna Mara per esaminare l’iniziativa della corrente bordighiana. L’Internazionale comunista considera il comitato d’intesa come l’avvio di un’attività frazionistica e ne decide lo scioglimento. Nei mesi di luglio e agosto Gramsci partecipa in tutta Italia a numerose riunioni per discutere la situazione interna del partito. In agosto, a Napoli, ha un incontro e una lunga discussione con Bordiga, alla presenza dei quadri comunisti locali. Conclude con Onorato Damen e Jules Humbert-Droz (rappresentante dell’Internazionale) un accordo per lo scioglimento del comitato d’intesa di Bordiga.
Agosto-settembre. Elabora, in collaborazione con Togliatti, le tesi dal presentare al terzo congresso.
Autunno. Giulia col bambino raggiunge Gramsci a Roma; vive con le sorelle Tatiana e Genia in via Trapani.
24 ottobre. La polizia perquisisce la stanza di Gramsci, presso la famiglia Passarge.
Dicembre. Partecipa e tiene un rapporto al congresso provinciale di Milano, che si svolge clandestinamente in aperta campagna.
1926
Gennaio. Partecipa, a Lione, al terzo congresso nazionale del PCd’I (23-26 gennaio) e svolge la relazione sulla situazione politica generale. I risultati del congresso costituiscono una schiacciante affermazione del nuovo gruppo dirigente comunista guidato da Gramsci: voti a favore 90,8%, voti per la sinistra (Bordiga) 9,2%, assenti e non consultati 18,9%. Entrano a far parte del nuovo comitato esecutivo: Gramsci, Togliatti, Scoccimarro, Camilla Ravera, P. Ravazzoli ecc.
Febbraio. Il 6 febbraio partecipa alla riunione del comitato direttivo e interviene nella discussione sui comitati operai e contadini e sulla trasformazione del comitato sindacale in organismo di massa. Detta a Riccardo Ravagnan un resoconto sul congresso di Lione, Conque anni di vita del partito, che appare nell’«Unità» del 24 febbraio.
14 maggio. Per la morte di G.M. Serrati detta e pubblica nell’«Unità» l’articolo Giacinto Menotti Settati. – Nelle settimane seguenti, per iniziativa di Gramsci, «l’Unità» lancia una sottoscrizione a favore dei minatori inglesi impegnati in un grande sciopero.
2-3 agosto. Tiene al comitato direttivo una relazione sulla crisi economica e sulla tattica da seguire nei confronti delle masse operaie e dei ceti medi. – Nel mese di agosto trascorre una breve vacanza col figlio Delio a Trafòi (Bolzano). Giulia, che aspetta un altro bambino, torna a Mosca, dove nasce Giuliano.
12 settembre. La conferenza agraria del partito, che si svolge clandestinamente a Bari, approva le «tesi sul lavoro contadino» direttamente ispirate da Gramsci. Nella seconda metà di settembre il comitato direttivo vota una risoluzione su La situazione politica e i compiti del PCd’I redatta da Scoccimarro in collaborazione con Gramsci.
Ottobre. Il 14 ottobre, a nome dell’Ufficio politico del OCd’I, invia al comitato centrale del partito comunista russo una lettera relativa alle lotte di corrente in seno al partito bolscevico. Nella lettera Gramsci richiama l’attenzione sul pericolo che tali lotte finiscano con l’annullare «la funzione dirigente che il partito comunista dell’Urss aveva conquistato per l’impulso di Lenin». La lettera è trattenuta da Togliatti ma comunicata a Bucharin. Gramsci ribadisce le sue argomentazioni in una seconda, breve lettera a Togliatti. – Nello stesso mese di ottobre stende il saggio, rimasto incompiuto, Alcuni temi della quistione meridionale. – Di fronte alla politica di repressione condotta dallo Stato contro le opposizioni, la direzione del PCd’I si preoccupa dell’incolumità personale di Gramsci e organizza un piano per il suo passaggio clandestino in Svizzera. Gramsci non sembra assecondare il piano.
Novembre. Nei giorni 1, 2, 3 novembre si svolge clandestinamente a Valpolcevera, nei pressi di Genova, una riunione del Comitato direttivo, presente J. Hombert-Droz, incaricato di fornire delucidazioni sulle discussioni in corso nel partito bolscevico tra la maggioranza (Stalin, Bucharin) e l’opposizione di Trockij, Zinov’ev e Kamenev. Gramsci, mentre si reca al luogo della riunione, è fermato dalla polizia e costretto a tornare a Roma.
8 novembre. In seguito ai «provvedimenti eccezionali» adottati dal regime fascista, Gramsci, in dispregio dell’immunità parlamentare, è arrestato con altri deputati comunisti e rinchiuso nel carcere di Regina Coeli, in isolamento assoluto e rigoroso. Nella seduta del giorno seguente la Camera dichiara decaduti i deputati aventiniani e anche i parlamentari comunisti.
18 novembre. In base all’art. 184 del Testo Unico della legge di pubblica sicurezza, viene assegnato per cinque anni al confino di polizia. L’ordinanza gli è comunicata il 19. Sembra che la sua destinazione sia la Somalia. Qualche giorno dopo apprende di essere strato assegnato al confino in un’isola italiana.
25 novembre. Lascia il carcere di Regina Coeli in «traduzione ordinaria», insieme con altri deputati comunisti. Sosta due notti nel carcere del Carmine di Napoli, A Palermo, dove rimane otto giorni, gli è comunicata l’esatta destinazione: l’isola di Ustica.
7 dicembre. Giunge a Ustica, quinto dei confinati politici. Durante la permanenza nell’isola abita in una casa privata insieme con Bordiga, Conca, Sbaraglini e due compagni di Aquila. Con alcuni compagni e amici organizza una scuola tra i confinati Gramsci dirige la sezione storico-letteraria, Bordiga la sezione scientifica, L’amico Piero Sraffa gli invia dei libri.
1927
14 gennaio. Il Tribunale militare di Milano, a firma del giudice Enrico Macis, spicca un mandato di cattura contro Gramsci. Pochi giorni dopo, il 1° febbraio, comincia a funzionare il Tribunale speciale per la difesa dello Stato.
20 gennaio. Lascia Ustica diretto alle carceri di Milano. Il viaggio, in «traduzione ordinaria», dura diciannove giorni, con soste nelle carceri e nelle caserme di Palermo, Napoli, Cajanello, Isernia, Sulmona, Castellammare Adriatico, Ancona, Bologna.
7 febbraio. Giunge a Milano nelle carceri giudiziarie di San Vittore. Ha una cella a pagamento (1° raggio, 13ª cella), ma è soggetto nei primi tempi a regime di isolamento. Il 9 febbraio è interrogato dal giudice istruttore Macis. Ottiene di leggere alcuni quotidiani e fa un doppio abbonamento alla biblioteca del carcere con diritto a otto libri la settimana. Riceve anche dei libri e delle riviste dall’esterno. Può scrivere due lettere ogni settimana.
Marzo. Comunica a Tatiana il suo piano di studi. Pensa a quattro soggetti: una ricerca sulla storia degli intellettuali italiani, uno studio di linguistica comparata, uno studio sul teatro di Pirandello e un saggio sui romanzi d’appendice. Sono assillato […] da questa idea: che bisognerebbe fare qualcosa “für ewig…» – Chiede -ma per ora non ottiene – che gli sia concesso in cella l’occorrente per scrivere. Decide di riprendere lo studio delle lingue. Il 20 marzo è nuovamente interrogato dal giudice istruttore Macis.
Aprile. È trasferito in una nuova cella (2° raggio, 22ª cella). Soffre d’insonnia e non dorme più di tre ore per notte. Durante il «passeggio» incontra Ezio Riboldi, deputato comunista, ex «terzino».
Maggio. Per assistere Gramsci da vicino la cognata Tatiana si trasferisce da Roma a Milano.
2 giugno. Gramsci è nuovamente interrogato dal giudice istruttore Macis.
Estate. Va a trovarlo il fratello Mario. Di qualche tempo dopo è la visita di Piero Sraffa. In settembre rinuncia momentaneamente alla lettura dei quotidiani e trascorre i pomeriggi in cella conversando con un giovane detenuto di Monza. Dal settembre 1927 al gennaio 1928 ha frequenti colloqui con Tatiana.
Ottobre. Chiede libri e riviste di argomento sardo. Chiede alla madre e a Tatiana di inviargli il Breviario di neolinguistica di Bertoni e Bartoli. Apprende della malattia della moglie Giulia.
Novembre. Gramsci ha per compagno di cella l’ex redattore dell’«Unità» Enrico Tulli. Chiede le opere del Machiavelli. Sembra che il processo debba svolgersi alla fine di gennaio o al principio di febbraio del 1928. Verso la fine dell’anno è visitato dal capo sanitario del carcere.
1928
13 febbraio. Inoltra una lettera al giudice istruttore Macis, denunciando gli intrighi di un certo Melani, agente provocatore della polizia.
19 marzo. Viene consegnata a Gramsci la sentenza di rinvio a giudizio preparata dalla Commissione istruttoria presso il Tribunale speciale. Nomina come avvocato di fiducia l’avvocato Giovanni Eriis di Milano.
3 aprile. Invia un memoriale al presidente del Tribunale speciale. Verso la fine del mese apprende la data del processo: 28 maggio. Prevede una condanna da 14 a 17 anni di reclusione. Ha un colloquio con l’avvocato Ariis.
11 maggio. Parte per Roma in «traduzione straordinaria» (ma in vagone cellulare) insieme con altri compagni. Il giorno seguente è rinchiuso nel carcere di Regina Coeli, in una cella del sesto «braccio» insieme con Terracini e Scoccimarro.
28 maggio. Comincia di fronte al Tribunale speciale il cosiddetto «processone» contro Gramsci e il gruppo dirigente del PCd’I (Terracini, Roveda, Scoccimarro ecc.). Nei riguardi di Gramsci il pubblico ministero Michele Isgrò afferma: «Per vent’anni dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare».
4 giugno. Gramsci è condannato a 20 anni, 4 mesi e 5 giorni di reclusione.
22 giugno. Destinato in un primo tempo al penitenziario di Portolongone, Gramsci è sottoposto a una visita medica speciale: soffre di uricemia cronica e viene assegnato alla Casa penale speciale di Turi (Bari).
8 luglio. Lascia Roma in «traduzione ordinaria». Il viaggio dura dodici giorni con lunghe soste a Caserta, Benevento, Foggia.
19 luglio. Giunge a Turi, dove riceve il numero di matricola 7047. È messo in una camerata insieme con altri cinque detenuti politici. Può scrivere ai familiari ogni quindici giorni. Il fratello Carlo avvia la pratica per ottenere che gli venga assegnata una cella individuale e gli sia dato di scrivere.
Agosto. Gramsci ottiene una cella da solo. È la n, 1 della 1ª Sezione, accanto al posto di guardia, e perciò continuamente sorvegliata dai secondini. – Nei primi tempi della permanenza a Turi, come ricordano i compagni, riceve frequenti visite di un parroco del luogo.
Dicembre. È colpito da un attacco di acidi urici. Per circa tre mesi trascorre le ore del «passeggio» seduto o al braccio di un altro carcerato. – Da Milano Tatiana si reca per qualche giorno a Turi e ha alcuni colloqui con Gramsci.
1929
Gennaio. Ottiene il permesso di scrivere in cella. Si propone di fare delle letture sistematiche e di approfondire certi argomenti, chiedendo dei libri. Comincia col fare delle traduzioni.
Febbraio. Comincia a stendere note, appunti, ecc. in data 8 febbraio 1929 nel primo dei Quaderni del carcere. Saranno ventuno al momento del trasferimento al carcere di Civitavecchia.
Marzo. Precisa a Tatiana il suo piano di studi: la storia italiana del XIX secolo e, in particolare, la formazione e lo sviluppo dei gruppi intellettuali; la teoria e la storia della storiografia; l’americanismo e il fordismo.
Aprile. Riceve una visita di Tatiana.
Luglio. Chiede a Tatiana notizie sull’esito dell’esposto inoltrato da Terracini alla Cassazione dopo la sentenza del Tribunale speciale. Chiede anche gli atti parlamentari con il testo stenografico delle discussioni sul Concordato.
Agosto. Progetta uno studio sul X canto dell’Inferno.
Novembre. Riceve una visita del fratello Carlo. Traduce dal tedesco e si propone di studiare a fondo il russo.
Dicembre. Tatiana si trasferisce a Turi, dove rimane fino al luglio 1930. Ha diversi colloqui con Gramsci.
1930
Febbraio. Gramsci chiede al fratello Carlo di procurargli copia della sentenza del Tribunale speciale del 4 giugno 1928.
Aprile. Riceve la copia della sentenza del Tribunale speciale.
Giugno. È visitato in carcere da Tatiana e dal fratello Gennaro, inviato da Togliatti per metterlo al corrente dei contrasti interni del gruppo dirigente del partito, culminato nell’espulsione di Leonetti, Tresso e Ravazzoli.
Luglio. Gramsci beneficia del condono di 1 anno, 4 mesi e 5 giorni. Apprende che la moglie Giulia è ricoverata in una casa di cura. Ha un altro colloquio col fratello Gennaro.
Agosto. Incarica il fratello Carlo di svolgere la pratica per ottenere in lettura, tra l’altro, i libri scritti da Trockij dopo la sua espulsione dall’Unione Sovietica. La lettera è trattenuta dal direttore del carcere.
Settembre. Inoltra una istanza per ottenere in lettura alcuni dei libri già indicati al fratello. L’istanza è accolta. Tra la fine di settembre e il principio di ottobre riceve un’altra visita del fratello Carlo.
Novembre. Soffre d’insonnia, in parte dovuta alle condizioni di vita del carcere (rumori notturni ecc.):
Novembre-dicembre. Verso la fine dell’anno, con l’arrivo a Turi di alcuni compagni di partito (E. Tulli, E. Riboldi, A. Lisa, G. Lay, A. Scucchia ecc.), Gramsci, che nei mesi precedenti aveva avviato con altri compagni durante il «passeggio» delle conversazioni politiche, comincia un ciclo organico di discussioni sui temi> gli intellettuali e il partito, il problema militare e il partito, la Costituente. Nel 1928-29 l’Internazionale comunista aveva abbandonato la tattica del fronte unico, annunciata la fine della stabilizzazione relativa del capitalismo e identificato nella socialdemocrazia una punta avanzata della reazione (teoria del «socialfascismo»). Il PCd’I aderisce a tali posizioni e, in particolare, prevede in Italia una radicalizzazione della lotta di classe e la crisi imminente del regime fascista. Di contro Gramsci, sviluppando la sua politica del periodo Matteotti, prevede una fase «democratica» e suggerisce la parola d’ordine della Costituente. Queste posizioni provocano le reazioni di alcuni compagni di carcere. Gramsci sospende le discussioni.
1931
Febbraio. Chiede notizie del professor Cosmo.
Marzo. Riceve una visita del fratello Carlo.
Maggio. Nell’aprile, in una località tra Colonia e Düsseldorf, si tiene il quarto congresso del OCd’I. In conversazioni con i i compagni, circa la possibilità di una rivoluzione comunista in Italia, ribadisce la necessità di una fase «democratica», «capace di operare in profondità nelle strutture dello Stato albertino e di scuotere dalle fondamenta i vecchi istituti…» (testimonianza di E. Riboldi).
Giugno. Riceve alcune opere di Marx nell’edizione Costes, e l’estratto dell’«Economist» sul primo piano quinquennale sovietico.
Luglio. Anziché ogni quindici giorni, può scrivere ora ai familiari tutte le settimane.
Agosto. Gramsci è colpito da una prima grave crisi. «All’una del mattino del 3 agosto […] ebbi uno sbocco di sangue all’improvviso». Lo va a trovare il fratello Carlo. Anche l’amico Sraffa si reca a Turi, ma non ottiene il permesso di visitare Gramsci.
Settembre. Trasmette a Tania, perché lo faccia pervenire al professor Cosmo, lo schema per il saggio sul X canto dell’Inferno.
Ottobre. Invia un’istanza al capo del governo per ottenere il permesso di continuare a leggere le riviste cui è abbonata. In dicembre l’istanza è parzialmente accolta.
1932
Nel corso dell’anno viene prospettata la possibilità di uno scambio di prigionieri politici tra l’Unione Sovietica e l’Italia. Il progetto, che ha l’approvazione di Gramsci, non riesce però a concretarsi.
Maggio. Riceve una visita del fratello Carlo.
Agosto. Tatiana suggerisce a Gramsci la visita di un medico di fiducia. Gramsci a Tatiana (29 agosto): «Sono giunto a un punto tale che le mie forze di resistenza stanno per crollare completamente, non so con quali conseguenze».
15 settembre. Tatiana presenta, all’insaputa di Gramsci, un’istanza al capo del governo perché Gramsci sia visitato in carcere da un medico di fiducia. In ottobre è visitato dal sanitario del carcere.
Novembre. In seguito ai provvedimenti di amnistia e di condono per il «decennale» del regime fascista, la condanna di Gramsci viene ridotta a 12 anni e 4 mesi. – Sulla base di tale nuova condizione giuridica, Piero Sraffa si adopera nei mesi seguenti perché venga concessa a Gramsci la libertà condizionale. Le autorità insistono perché Gramsci inoltri domanda di grazia. – A Turi, per ordine del Ministero, i «politici» della Casa penale sono sottoposti al regime di isolamento. Con la complicità di qualche secondino Gramsci elude il divieto e riprende le conversazioni con i compagni (S. Pertini, A. Fontana, G. Trombetti ecc.).
30 dicembre. Muore a Ghilarza la madre di Gramsci, il quale apprenderà la notizia molto tempo dopo.
1933
Gennaio. Tatiana si trasferisce a Turi, dove rimane, salvo brevi viaggi a Roma, fino all’estate. Ha frequenti colloqui con Gramsci.
Febbraio. Il Ministero accoglie l’istanza di Tatiana e concede che Gramsci sia visitato in carcere da un medico di fiducia.
7 marzo. Ha una seconda grave crisi («Proprio martedì scorso, di primo mattino, mentre mi levavo dal letto, caddi a terra senza più riuscire a levarmi con mezzi miei»). Per circa due settimane, giorno e notte, a turni di dodici ore, è assistito da un compagno di Bologna, Gustavo Trombetti, e da un operaio di Grosseto. – Tatiana visita Gramsci che la informa del suo progetto di trasferimento nell’infermeria di un altro carcere. – G. Trombetti si stabilisce nella cella di Gramsci come suo assistente («piantone») fino a novembre. A Gramsci viene, però, momentaneamente revocata l’autorizzazione ad avere con sé l’occorrente per scrivere.
20 marzo. È visitato in carcere dal professor Umberto Arcangeli. L’Arcangeli fa presente la necessità di una domanda di grazia, ma per l’opposizione di Gramsci, e su richiesta di Tatiana e Sraffa, tale accenno è tolto dal certificato. In esso l’Arcangeli dichiara: «Gramsci non potrà lungamente sopravvivere nelle condizioni attuali; io considero come necessario il suo trasferimento in un ospedale civile o in una clinica, a meno che non sia possibile accordargli la libertà condizionale».
18 aprile. È visitato dal professor Filippo Saporito, ispettore sanitario.
Maggio-giugno. La dichiarazione del professor Arcangeli è pubblicata dall’«Humanité» (maggio) e dal «Soccorso rosso» (giugno). A Parigi si costituisce un comitato per la liberazione di Gramsci e delle vittime del fascismo, di cui fanno parte, tra l’altro, Romain Rolland e Henri Barbusse, «Azione antifascista» dedica gran parte del numero di giugno alla figura di Gramsci. I Quaderni fi «Giustizia e libertà» pubblicano a firma «Fabrizio» (U. Calosso) un saggio su Gramsci e «l’Ordine nuovo» (agosto).
Luglio. Chiede a Tatiana di avviare con urgenza la pratica per il trasferimento nell’infermeria di un altro carcere. È visitato da un ispettore dell’amministrazione carceraria. Ottiene di essere trasferito in una nuova cella, lontano dai rumori.
Agosto. Carlo e Tatiana hanno a Turi diversi colloqui con Gramsci. Carlo si occupa della pratica per il suo trasferimento da Turi.
Ottobre. È accorta l’istanza per il trasferimento di Gramsci da Turi. La direzione di polizia sceglie la clinica del dottor Giuseppe Cusumano a Formia. – Il Tribunale speciale respinge il ricorso relativo all’applicazione del decreto di amnistia e condono del novembre 1932.
19 novembre. Gramsci lascia la casa penale di Turi ed è momentaneamente trasferito all’infermeria del carcere di Civitavecchia, dove ha un colloquio con Tatiana.
7 dicembre. Dal carcere di Civitavecchia viene trasferito e ricoverato, in stato di detenzione, nella clinica del dottor Cusumano a Formia. – Tatiana si reca a trovarlo tutte le settimane. Durante la permanenza a Formia riceve le visite del fratello Carlo e dell’amico Sraffa. Riprende a leggere, ma le condizioni di salute gli impediscono per qualche tempo di scrivere.
1934
Luglio. Il 12 luglio è visitato dal professor Vittorio Puccinelli di Roma. Il 15 luglio rinnova la domanda per essere trasferito in altra clinica, anche in vista d’una operazione d’ernia.
Settembre. All’estero è ripresa con vigore la campagna per la liberazione di Gramsci: Romain Rolland pubblica un opuscolo sulla sua figura.
Ottobre. Gramsci inoltra la richiesta di libertà condizionale, richiamandosi all’art. 176 del Codice penale e all’art. 191 del Regolamento carcerario (24 settembre). Il 25 ottobre viene emesso il decreto per la libertà condizionale di Gramsci. Due giorni dopo, accompagnato dalla cognata Tatiana, esce per la prima volta dalla clinica Cusumano.
1935
Aprile. Chiede di essere trasferito nella casa di cura «Poggio sereno» di Fiesole.
Giugno. È colpito da una nuova crisi. Rinnova la domanda di trasferimento dalla clinica Cusumano.
24 agosto. Lascia la clinica Cusumano, accompagnato dal professor Puccinelli, per essere ricoverato nella clinica «Quisisana» di Roma. – Nei mesi seguenti è assistito dalla cognata Tatiana e visitato frequentemente dal fratello Carlo. Durante la permanenza nella clinica riceve anche la visita di Piero Sraffa.
1936
Riprende la corrispondenza con la moglie e i figli.
1937
Aprile. Terminato il periodo della libertà condizionale, Gramsci riacquista la piena libertà. Progetta di ritirarsi in Sardegna per ristabilirsi. La crisi sopravviene improvvisa la sera del 25 aprile. È colpito da emorragia cerebrale. Tatiana lo assiste. Gramsci muore due giorni dopo, nelle prime ore del mattino del 27 aprile. Nel pomeriggio del 28 avvengono i funerali. Le ceneri di Gramsci, chiuse in un’urna, sono inumate al Verano nei loculi del Comune. Saranno trasferite dopo la liberazione nel Cimitero degli Inglesi, a Roma. All’estero, i compagni di partito e tutte le correnti antifasciste rendono omaggio alla memoria di Antonio Gramsci: il Comitato esecutivo dell’Internazionale comunista, «La voce degli italiani», «Stato operaio», «l’Unità» clandestina, «Il Grido del popolo», «Giustizia e libertà», Camillo Berneri da radio Barcellona, Pietro Tresso («Blasco») ne «La lutte ouvrière», Romain Rolland, in un opuscolo che raccoglie le testimonianze di Palmiro Togliatti, Claude Aveline, Renaud de Jouvenel, Jean Cassou, René Maublanc, Marcel Cohen, Charles Vildrac, Andrée Biollis, Henri Wallon, Edith Thomas, Upton Sinclair, Carlo Rosselli.
Manca qualcosa nel passaggio da Turi fino a Formia (o dopo) circa la pemanenza nella villa dei Ruggiero sul mare di Formia dove restò per diverso tempo durante il quale non gli fù negata alcun a sua richiesta e vivendo in una residenza a livello vacanziero. Ancora oggi esiste ben in vista una lapide in marmo che ricorda l’accaduto.
Ho riportato pari pari le note biografiche della edizione curata da Gerratana, senza aggiunte o cancellazioni.
A mio parere ci sono altri punti molto oscuri nella biografia di Gramsci, tirati fuori di volta in volta da molti di quelli che hanno scritto intorno alla sua vita. Ad esempio, perché non era stato predisposto un servizio di scorta alla sua persona, o la vicenda della famosa lettera di Grieco, o l’isolazionismo cui fu costretto da alcuni compagni. ecc.
Ma forse sta proprio qui il bello di una storia che deve ancora essere scritta nella sua totalità e complessità.
Grato di avere riferimento a fonti presunta presenza Gramsci villa Ruggiero