Derivazioni culturali del romanzo di appendice

Quaderno 21 (XVII)
§ (14)

È da vedere il fascicolo della «Cultura» dedicato a Dostojevskij nel 1931. Vladimiro Pozner in un articolo sostiene giustamente che i romanzi di Dostojevskij sono derivati culturalmente dai romanzi di appendice tipo E. Sue ecc. Questa derivazione è utile tener presente per lo svolgimento di questa rubrica sulla letteratura popolare, in quanto mostra come certe correnti culturali (motivi e interessi morali, sensibilità, ideologie ecc.) possono avere una doppia espressione: quella meramente meccanica di intrigo sensazionale (Sue ecc.) e quella «lirica» (Balzac, Dostojevskij e in parte V. Hugo). I contemporanei non sempre si accorgono della deteriorità di una parte di queste manifestazioni letterarie, come è avvenuto in parte per il Sue, che fu letto da tutti i gruppi sociali e «commuoveva» anche le persone di «cultura», mentre poi decadde a «scrittore letto solo dal popolo» (la «prima lettura» dà puramente, o quasi, sensazioni «culturali» o di contenuto e il «popolo» è lettore di prima lettura, acritico, che si commuove per la simpatia verso l’ideologia generale di cui il libro è espressione spesso artificiosa e voluta).

Per questo argomento è da vedere:

  1. Mario Praz: La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica, in-16°, pp. X-505, Milano-Roma, ed. La Cultura, L. 40 (vedere la recensione di L.F. Benedetto nel «Leonardo» del marzo 1931: da essa appare che il Praz non ha fatto con esattezza la distinzione tra i vari gradi di cultura, onde alcune obbiezioni del Benedetto, che d’altronde non pare colga egli stesso il nesso storico della quistione storico-letteraria);
  2. Servais Étienne: Le genre romanesque en France depuis l’apparition de la «Nouvelle Héloïse» jusqu’aux appreoches de la Révolution, ed. Armand Colin;
  3. Reginald W. Hartland: Le Roman terrifiant ou «Roman noir» de Walpole à Anne Radcliffe, et son influence sur la littérature française jusqu’en 1860, ed. Champion e dello stesso autore (presso lo stesso editore) Walter Scott et le «Roman frénétique» (l’affermazione del Pozner che il romanzo di Dostojevskij sia «romanzo d’avventura» è probabilmente derivata da un saggio di Jacques Rivière sul «romanzo d’avventure», forse pubblicato nella «N.R.F.¨, che significherebbe «una vasta rappresentazione di azioni che sono insieme drammatiche e psicologiche» così come l’hanno concepito Balzac, Dostojevskij, Dickens e George Elliot);
  4. un saggio di André Moufflet su Le style du roman feuilleton nel «Mercure de France» del 1° febbraio 1931.
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