Critica letteraria

Quaderno 9 (XIV)
§ (124)

Che si possa parlare di lotta per una «nuova cultura» e non per una «nuova arte» mi pare evidente. Non si può forse neanche dire, esattamente, che si lotta per un nuovo contenuto dell’arte, perché questo non può essere pensato astrattamente separato dalla forma. Lottare per una nuova arte significherebbe lottare per creare nuovi artisti individuali, ciò che è assurdo, poiché non si possono creare artificiosamente degli artisti. Si deve parlare di lotta per una nuova cultura, cioè per una nuova vita morale che non può non essere [intimamente] legata a una nuova concezione della vita, fino a che essa diventi un nuovo modo di sentire e di intuire la realtà e quindi mondo intimamente connaturato nell’artista e nelle sue opere. Che la creazione di artisti non possa essere prodotta artificiosamente non significa però che un nuovo mondo culturale, per la cui realizzazione si lotta, suscitando passioni e nuovo calore di umanità, non susciti anche «artisti nuovi»; non si può a propri dire che Tizio o Caio diventeranno artisti, ma non si può escludere anzi si può affermare che dal movimento nasceranno nuovi artisti. Un nuovo gruppo che entra nella vita storica egemonica, con una sicurezza di sé che prima non aveva, non può non suscitare dal suo interno personalità che prima non avrebbero trovato una forza sufficiente per esprimersi ecc.

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