Quaderno 6 (VIII)
§ (179)
Nel novembre 1931 si è svolta alla Camera dei Deputati un’ampia discussione sull’insegnamento professionale e in essa tutti gli elementi teorici e pratici per lo studio del problema sono affiorati in modo abbastanza perspicuo e organico. Tre tipi di scuola:
- professionale,
- media tecnica,
- classica.
Le prima per gli operai e contadini, la seconda per i piccoli borghesi, la terza per la classe dirigente.
La quistione si è svolta sull’argomento se le scuole professionali devono essere strettamente pratiche e fine a se stesse, tanto da non dare possibilità di passaggio non solo alla scuola classica ma neanche a quella tecnica. La larghezza di vedute è consistita nell’affermazione che deve essere data la possibilità del passaggio alla scuola tecnica (il passaggio a quella classica è stato escluso a priori da tutti). (Il problema <è> legato all’organico militare: un soldato può diventare sottufficiale? e se il soldato può diventare sottufficiale, può diventare ufficiale subalterno, ecc.? e a ogni organico in generale: nella burocrazia, ecc.).
Sarebbe interessante ricostruire la storia delle scuole professionali e tecniche nelle discussioni parlamentari e nelle discussioni dei principali Consigli municipali, dato che alcune delle maggiori scuole professionali sono state fondate dai Municipi oppure da lasciti privati, amministrati o controllati o integrati sui bilanci municipali. Lo studio delle scuole professionali collegato alla coscienza delle necessità della produzione [e] dei suoi sviluppi. Scuole professionali agrarie: un capitolo molto importante: molte iniziative private (ricordare le scuole Faina nell’Abruzzo e in Italia Centrale). Scuole agrarie specializzate (per la vinicultura, ecc.). Scuole agrarie per medi e piccoli proprietari, per creare cioè capi azienda o direttori d’azienda: ma è esistito un tipo di scuola agraria professionale, cioè diretta alla creazione dell’operaio agrario specializzato?