Quaderno 6 (VIII)
§ (108)
Cfr il numero della «Cultura» del 1931 dedicato a Dostojevskij. In un articolo del Pozner si sostiene giustamente che i romanzi di Dostojevskij sono derivati (culturalmente) dai romanzi tipo Sue, ecc. Questa «derivazione» è utile tener presente per svolgere questa rubrica sulla letteratura popolare in quanto mostra come un certo tipo «culturale» di letteratura (motivi, interessi morali, sensibilità [ideologia], ecc.) può avere una doppia espressione: quella meccanica (tipo Sue) e quella «lirica» (Dostojevskij); i contemporanei non si accorgono che si tratta di manifestazione deteriore per certe manifestazioni, come avvenne per il Sue che fu letto da tutte le classi e «commoveva» anche le persone di coltura mentre poi decadde a «scrittore letto dal popolo». (La «prima lettura» dà sensazioni puramente, o quasi, «culturali» o di contenuto e il «popolo» è lettore di prima lettura, per l’«ideologia»).
Su questo stesso argomento: Mario Praz, La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romanitca, in 16°, pp X-505, Milano-ROma, Soc. Ed. La Cultura, L. 40, e la recensione di L.F. Benedetto nel «Leonardo» del marzo 1931. Mi pare da questa recensione (il libro non l’ho letto) che il Praz non abbia fatto con esattezza la distinzione tra i vari gradi di cultura, onde alcune obbiezioni del Benedetto, che d’altronde non coglie il nesso esatto della questione storica.