Quaderno 6 (VIII)
§ (40)
Un articolo interessante di Ramsay Muir sul sistema di governo inglese è stato pubblicato nel fascicolo di novembre 1930 della «Nineteenth Century» (riportato nella «Rassegna settimanale della Stampa Estera», del 9 dicembre 1930). Il Muir sostiene che in Inghilterra non si può parlare di regime parlamentare, perché non esiste controllo del Parlamento sul governo e sulla burocrazia ma solo di una dittatura di partito e ancora di una dittatura inorganica perché il potere oscilla tra due partiti estremi. Nel Parlamento la discussione non è quale dovrebbe essere, cioè la discussione di Consiglio di Stato, ma discussione di partiti per contendersi il corpo elettorale alla prossima elezione con promesse da parte dell’opposizione. Le deficienze del sistema di governo inglese si sono manifestate crudemente nel dopoguerra, per i grandi problemi di ricostruzione e di adattamento alla nuova situazione (ma anche alla vigilia della guerra: cfr il caso Carson nell’Irlanda settentrionale. Il Carson traeva la sua audacia e la sicurezza d’impunità appunto dal sistema di governo, per cui le sue azioni sovversive sarebbero state sanate da un ritorno dei conservatori al potere). Il Muir trova l’origine della dittatura di partito nel sistema elettorale, senza ballottaggio e specialmente senza proporzionale; ciò rende difficile i compromessi e le opinioni medie (o almeno costringe i partiti a un opportunismo interno peggiore del compromesso parlamentare). Il Muir non osserva altri fenomeni: nello stesso governo, c’è un gruppo ristretto che domina sull’intero gabinetto e ancora c’è una personalità che esercita una funzione bonapartista.