Quaderno 4 (XIII)
§ (34)
Nel «Marzocco» del 2 ottobre 1927, nel capitolo XI dei Bonaparte a Roma di Diego Angeli dedicato alla principessa Carlotta Napoleone (figlia di re Giuseppe e moglie di Napoleone Luigi, il fratello di Napoleone III, morto nell’insurrezione di Romagna del 31) è riportata una lettera di Pietro Giordani alla principessa Carlotta in cui il Giordani scrive i suoi ricordi personali su Napoleone I. Napoleone a Bologna si era recato [nel 1805] a visitare l’«Istituto» (Accademia di Bologna) e conversò a lungo con quegli scienziati (fra cui Volta). Fra l’altro disse: «… Io credo che quando nelle scienze si trova qualche cosa veramente nuova, bisogna appropriargli un vocabolo affatto nuovo, acciocché l’idea rimanga precisa e distinta. Se date nuovo significato a un vecchio vocabolo, per quanto professiate che l’antica idea attaccata a quella parola non ha niente di comune coll’idea attribuitagli nuovamente, le menti umane non possono mai ritenersi affatto che non concepiscano qualche somiglianza e connessione fra l’antica e la nuova idea; e ciò imbroglia la scienza e produce poi inutili dispute». Secondo l’Angeli la lettera del Giordani, senza data, si può ritenere che risalga alla primavera del 1831 (quindi è da pensare che il Giordani ricordasse il contenuto della conversazione con Napoleone, ma non la forma esatta). [Vedere se il Giordani espone nei suoi libri sulla lingua suoi concetti su questo argomento].