Utopie e romanzi filosofici

Quaderno 3 (XX)
§ (71)

In un articolo di Giuseppe Gabrieli si Federico Cesi linceo nella «Nuova Antologia» del 1° agosto 1930 si stabilisce un nesso storico-ideologico tra la Controriforma (che contrappone all’individualismo, acuito dall’Umanesimo e sbrigliato dal Protestantesimo, lo spirito romano di collegialità, di disciplina, di corporazione, di gerarchia per la ricostruzione della società), le Accademie (come quella dei Lincei dentata dal Cesi, cioè il lavoro collegiale degli scienziati, di tipo ben diverso da quello dei centri universitari, rimasti medioevali nei metodi e nelle forme), e le idee e le audacie delle grandi teorie, delle riforme palingenetiche o utopistiche ricostruzioni dell’umana convivenza (la Città del Sole, la Nuova Atlantide ecc.).

Mi pare che ci sia troppo di stiracchiato in questo nesso e bisogna invece vedere se queste iniziative non siano l’unica forma in cui la «modernità» poteva vivere nell’ambiente della Controriforma: la Controriforma, come tutte le Restaurazioni, non poté non essere che un compromesso e una combinazione sostanziale, se non formale, tra il vecchio e il nuovo, ecc. (Bisogna però tener conto delle scoperte scientifiche del tempo e dello spirito «scientifista» che si diffuse: di un certo «razionalismo» avant la lettre ecc.).

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